“Io” santo e martire

Una vita di tribolazione e di martirio, sono perseguitato per la mia santità

vera devozione a S.B. S.B. è ormai consapevole di essere santo e martire. Noi de “La Stampa Abrasiva” si siamo nascosti tra i suoi tifosi mentre faceva un comizio “improvvisato” fuori dal tribunale dove è stato chiamato come imputato in uno dei tanti processi che lo martirizzano.

S.B.: “Tifosi, io sono santo e ve lo dico convinto perché ho fatto miracoli. Il primo di questi consiste nell’aver creato un milione di posti di lavoro; non sono a tempo indeterminato, ma non ascoltate i comunisti gli stalinisti ed i bolscevichi che si appigliano a particolari insignificanti. Un milione di ex disoccupati adesso dietro giusto compenso vengono ad esultare ogni mia uscita pubblica, acclamando il più grande capo di governo di tutti i tempi e di tutto l’universo. Il secondo miracolo consiste nell’aver tolto l’immondizia dalle strade di Napoli; infatti ho deciso di non passeggiare più per le strade partenopee. Il terzo invece l’ho compiuto levando dalla strada tante giovanette sfortunate e talvolta anche minorenni invitandole dietro cospicui pagamenti e regali favolosi, a soggiacere nelle mie ville che, senza il mio aiuto, si sarebbero prostituite sui marciapiedi.”

A questo punto i “tifosi” hanno acclamato S.B. ed intonato cori da stadio in suo sostegno.

Finiti i cori S.B. ha rispeso a parlare: “Io sono santo e martire, martire di una magistratura comunista, stalinista e bolscevica che ha istruito due milioni di miliardi di processi a mio carico. Sono il capo di governo più perseguitato di tutti i tempi e di tutti gli universi: riformerò la giustizia, è sbagliato che nelle aule di tribunale c’è scritto che “La legge è uguale per tutti”. E’ un concetto di uguaglianza comunista, stalinista e bolscevico. La legge deve essere liberale e disuguale ed applicata in base alle capacità e censo dell’individuo. E’ da veri comunisti mettere un imprenditore di successo ed un operaio povero allo stesso livello davanti alla legge. Una pausa intervallata da applausi ed incitazione e poi S.B. riprende a parlare: “Ora vi dico che dopo tutto questo martirio, mi ritiro e lascio il governo al mio successore.”

Mentre alcuni black man giravano tra la gente distribuendo banconote di grosso taglio… si levavano cori: “S.B. non ci lasciare! Liberaci dal male! Liberaci dai comunisti! Resta per noi!”

S.B. allora commosso si rivolgeva ai “tifosi”: “Va bene. Resterò al governo per altri trent’anni… mi sacrificherò per il mio popolo.. subirò ancora questa tribolazione, questo supplizio. Abbiate Fede, io ce l’ho.”

Questo capo di governo unico nel suo genere sale in auto e si allontana. La nostra testata è grata che Salvatore Barato c’è perché ogni tanto ci da l’opportunità di scrivere nu piezzo, ma articolo desiderato non viene mai!...

Steve Karen