Solaro scrive all' Epomeo

Il grande editore e produttore cinematografico scrive al suo carissimo amico.

La vista dalla modesta villa di P.Solaro Caro Joseph
Ti ringrazio per la tua lettera così solidale. In questo particolare momento sei stato l’unico a farti presente. Carcere e malattie fanno vedè ll’amici. C’è un però: perché non sei venuto di persona portandomi ‘e purtualle?

Non eravamo rimasti d’accordo, ai tempi che tu muovevi i primi passi da direttore di giornale ed io da editore, che il primo di noi due che finisse in carcere l’altro gli portava na sporta ‘e purtualle?

Da quanto sono in carcere la mia salute è alquanto peggiorata: ho eritemi vari, il medico mi ha diagnosticato, ‘a uocchio, calcoli ai reni, al fegato e alla pacca destra del sedere, quella dove si trova la tasca col portafoglio, pressione con andamento sinusoidale durante le ventiquattrore come la corrente alternata…sale e scende, mal’’e capa, mal’’e schiena, aritmia cardiaca, colite spastica, artrosi in oltre un centinaio di articolazioni, colesterolo, reumatismi, rischio di ictus, di tumori vari ed esaurimento nervoso… quest’ultimo causato da quisquiglie.

Con questo quadro clinico è chiaro che presto, entro la fine della settimana, mi daranno gli arresti domiciliari nella mia modesta villa con vista sui faraglioni di Capri. Qui non mi trovo tanto male, dal momento che mi hanno dato una singola, ma quello che proprio mi rovina la salute è il fatto che posso vedere, con la tv a colori, solo le tre reti rai e quelle di sua santità, sua maestà l’onorevole, cavaliere, presidente del consiglio. Insomma non posso vedere Canale 21 e Telecapri.

Forse non mi daranno neanche gli arresti domiciliari. In fondo cosa ho fatto di male? Niente! Quanto uscirò non ci sarà più pericolo d’inquinare le prove, perché i bilanci dell’azienda sono in mano alla magistratura e non potrò andare all’estero visto che mi hanno sequestrato il passaporto italiano (c’’a me nun serve pecché tengo chello d’’o Regno d’’e Ddoje Sicilie), ed inoltre non potrò essere recidivo; non esiste un clone della mia impresa.

Ma quale reato avrò mai commesso?
Una vita di privazioni, poi tanto duro lavoro per costruire una grande impresa ed ora tutto è crollato come un castello di carte. Ho perso tutto! I soldi sono spariti e nessuno sa dove sono. La magistratura sostiene che abbia fatto bancarotta fraudolenta.

Ma quale bancarotta fraudolenta?
I soldini sono spariti con operazioni finanziarie, che oggi non ripeterei, eseguite da faccendieri che li hanno spostati da una parte all’altra del pianeta Terra e poi si sono volatilizzati nell’aire. Non credere a quello che dicono i mass-media; si sono permessi di denigrarmi solo perché le indagini vedono coinvolto un meridionale…, quanto un reato grave lo commette un polentone, parmigiano, milanese o di qualsiasi area del nord, allora fanno i garantisti ed hanno pure pietà. Facevi bene tu a scrivere SUD con tutte le lettere maiuscole e nord con tutte quelle minuscole. Un'altra cosa che non sopporto è tutta questa notorietà, personalmente non la volevo, sono sempre stato un tipo schivo ed il mio nome era pubblicato solo quando producevo qualche film.

Questa storia è un macigno per me, proprio adesso che ero vicino a realizzare uno dei miei grandi sogni. Due sono le cose che mi intristiscono, non poter lasciare l’Italia, e non sapere dove sono finiti i soldi dalla mia azienda. Questo mi rode e l’attesa mi consuma. Ma un pensiero mi consola che non devo pagare i debiti perché non ho più niente.

Avrei voluto telefonarti ma come facevo senza più una lira? E come potevo farlo dalla prigione? E poi non mi è mai piaciuto parlare per telefono, soprattutto ora non mi piace, non devo, non posso, non voglio. Se vieni a farmi visita parleremo solo di giardinaggio e agricoltura, di semine e semenze varie, “Intelligenti pauca”.

Sognando di potermi miseramente ritirare su un isola tropicale… le isole dei caimani andrebbero bene.

Ti mando un saluto circondariale.

Paolo Solaro